La carta per ora rimane introvabile. Senza l’aiuto della Juve gli inquirenti potrebbero ricorrere all’altro contraente: il fuoriclasse portoghese
La carta che non c’è è diventata il mistero buffo di cui si dibatte parecchio ai piani alti del Palazzo di Giustizia, dove negli uffici dei pubblici ministeri Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e dell’aggiunto Mario Bendoni da qualche giorno è un via vai di riunioni e audizioni. Carta che viene citata a pagina 6 del decreto di perquisizione notificato venerdì sera alla Juventus nell’ambito dell’inchiesta «Prisma» — che coinvolge i vertici del club bianconero, indagati per emissione di fatture false e false comunicazioni delle società quotate in Borsa — e che riguarda non uno qualsiasi, ma Cristiano Ronaldo.