TORINO – Pressing. Di quelli tosti, tipo City o Liverpool. A condurlo sono i pm che indagano sul presunto falso in bilancio della Juventus. Solo nella giornata di ieri hanno effettuato una seconda perquisizione in sede (durata dieci ore!), nell’abitazione dell’avvocato del club, Cesare Gabasio, che da ieri si aggiunge al numero degli indagati, arrivato dunque a sette, fra cui il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex dg Fabio Paratici.
La carta Ronaldo
Gli inquirenti cercavano quella che per tutti è ormai diventata «la carta Ronaldo», ovvero un misterioso documento che viene citato negli stralci di intercettazioni inserite nei due mandati di perquisizioni. Nessuno sa esattamente di cosa si tratta, per primi gli inquirenti, ma nella telefonata emersa ieri dal decreto, si sentono lo stesso avvocato Gabasio e il ds Federico Cherubini che la citano.
«Ti dico solo questo, ho fatto un discorso col pres stamattina, no? quindi sai se salta fuori abbiam… ci saltano alla gola tutto sul bilancio i revisori e tutto […] poi magari dobbiamo fare una transazione finta”. E ancora: “non arriverei all’estremo […] di fare una causa perché poi quella carta lì che loro devono tirar fuori non è che ci aiuti tanto a noi […] nel nostro bilancio”. Su cosa possa contenere questo documento, tuttavia, circolano solo ipotesi: scrittura privata sui compensi da spalmare nel periodo Covid, accordo su arretrati da pagare in vista della cessione al Manchester e molte altre congetture, compresa quella che il documento non esista.
Di certo gli inquirenti si stanno concentrando molto su questo elemento e il silenzio opposto dalla Juventus sull’argomento non li aiuta. Verrà convocato anche Jorge Mendes, il super agente di Cristiano Ronaldo, per essere sentito in merito e lui, nei giorni scorsi, ha confidato ad amici che non esiste alcun documento segreto.
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