Moise Kean giocherà con la maglia numero diciotto. Niente 7, dunque. Niente pesante eredità numerica. Non sembra sia mai stata un’ipotesi, l’attaccante azzurro non si è presentato con l’idea, un po’ presuntuosa, di prendersi la maglia di Cristiano Ronaldo. Il che, se vogliamo, è un segnale positivo, visto che da quando la Juventus ha ripreso il bomber, pochi sono stati i dubbi tecnici sulle sue capacità, tanti sull’aspetto caratteriale, il punto debole del ragazzo al punto di aver compromesso la sua partecipazione agli Europei.
Ma Kean è davvero così indisciplinato? In parte, come spesso capita, è vittima di una narrazione che si lascia prendere la mano e di qualche pregiudizione, ma sono fatti comprovati certi atteggiamenti e una certa leggerezza nel confrontarsi con la disciplina, indispensabile a qualsiasi sportivo. Non è un caso, insomma, che quando la Juventus ha deciso di riportarlo a Torino lo abbia fatto contattare dai senatori, che lo conoscono bene sia per i trascorsi bianconeri, sia per averlo frequentato in Nazionale. E i senatori bianconeri hanno spiegato a Kean che stavano garentendo per lui e per un comportamento più maturo, quindi si aspettavano che questa fiducia fosse ripagata.
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