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Juve, ora Pirlo traballa. Ma senza Champions rischiano tutti

La proprietà conferma Andrea Agnelli che conferma Paratici che conferma Pirlo (e ci scapperebbe un “che al mercato mio padre comprò”, ma pare che Branduardi sia interista). La Juventus è abbastanza monolitica nella comunicazione ufficiale e ufficiosa. I messaggi che arrivano dagli uffici di John Elkann sono molto rassicuranti per il cugino presidente e i due si sono sentiti più di una volta nelle ultime 48 ore. Così come dall’interno della Juventus non si respira clima da grande epurazione dirigenziale. Resta quel dettaglio non proprio indifferente di un contratto in scadenza il 30 giugno e non ancora rinnovato al management da Paratici in giù, ma è anche vero che le abitudini della casa sono di arrivare sempre all’ultimo per formalizzare un accordo che di solito viene trovato prima.

Pirlo, segnali preoccupanti

Insomma, tutto tranquillo? Beh, non proprio. Perché la partita di ieri con la Fiorentina ha segnato un’altra brutta tappa per la squadra di Pirlo, che avrebbe dovuto cambiare passo nelle ultime giornate per mettere in sicurezza il quarto posto, ma nelle ultime sette partite si contano 2 sconfitte, 2 pareggi, solo 3 vittorie e, soprattutto, i segnali non sono stati quelli attesi, ovvero quelli di una squadra in crescita, sempre più a suo agio nell’applicare le idee di Pirlo e concentrata. Niente di tutto ciò e questo instilla qualche dubbio sull’allenatore. Perché negli ultimi tempi i tifosi della Juventus si devono accontentare delle reazioni (il gol nei primi trenta secondi della ripresa di ieri), ma non si vede agonismo, non si vede il gioco che aveva fatto capolino a gennaio e – fatto grave – sembra mancare nella squadra la consapevolezza di essere sull’orlo del precipizio dell’Europa League.

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