L’ultima volta, delle nove trasmesse finora sugli schermi bianconeri, risale al 13 aprile 2019: Spal-Juventus 2-1, in panchina c’è Massimiliano Allegri, in porta ecco Mattia Perin. Quel giorno il portiere becca due gol da Kevin Bonifazi e Sergio Floccari, che però non macchieranno l’ennesimo scudetto in arrivo per il club di Andrea Agnelli. Mattia Perin, oggi, s’è stufato di girovagare tra un prestito e l’altro al Genoa cui sarà comunque legato a vita per via di corrispondenze comuni, di un sentimento che ha portato l’ex rossoblù a tatuarsi quei colori sulla propria pelle. Ma il calcio va avanti e se alla Continassa gestiscono il cartellino del ’92 di Latina dal 2018, significa che il ragazzo vale. Ora però è giunto il momento di ritrovare una sorta di primo sole, aspettando tempi migliori. Domenica alle dodici e mezza il buon Perin tornerà titolare juventino dopo oltre due anni: lo farà preparandosi al massimo delle forze in questi giorni di riscaldamento in preparazione all’evento, sperando di lasciare una traccia nelle certezze di Max.
Praticamente un derby contro la Sampdoria per il 36, rientrato in estate a Torino per sciropparsi un altro precampionato ricco di aspettative e fiducia. E se Perin alla fine è rimasto in bianconero malgrado nelle settimane passate non fosse stato un corpo estraneo al mercato in corso, vuol dire che pregusta per sé una stagione quantomeno soddisfacente. Nel suo caso significa giocare e se Wojciech Szczesny non avesse accusato i noti problemi di quest’avvio di annata, con rischi di autostima in caduta libera, è probabile che avrebbe ceduto il posto al suo vice con discreto anticipo. A meno che Allegri non cambi idea all’ultimo, l’idea che frulla nella testa dell’allenatore è volta a inserire il polacco nel turnover naturale di una squadra in campo ogni tre giorni e con tre partite da non fallire prima della sosta, tra Samp, Chelsea e derby.
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