Il numero è quello di Andrea Pirlo, il 21. E proprio come fece il maestro da giocatore, anche Nicolò Fagioli ha deciso di fare un passo indietro con l’obiettivo di compierne due in avanti in futuro. Ieri per il talento classe 2001 di proprietà della Juventus è iniziata ufficialmente l’avventura in prestito alla Cremonese (Serie B). Un club dove il 20enne centrocampista di Piacenza aveva giocato tra gli 11 e i 14 anni: per lui si era rivelato il trampolino per lo sbarco nel settore giovanile bianconero. In un certo senso, è un po’ come se Fagioli tentasse il bis: una grande stagione a Cremona sarebbe il modo migliore per tornare alla Juventus dalla porta principale. «Ma non mi sento di aver fatto un passo indietro venendo alla Cremonese – racconta Fagioli a Tuttosport a margine della presentazione ufficiale -. A Torino ho debuttato in Serie A, contro il Crotone, però con la maglia della Juventus ho giocato soprattutto in Serie C, con l’Under 23. Proprio per questo la Serie B con un club fantastico come la Cremonese mi sembra un gradino superiore per continuare a crescere. Castrovilli, ad esempio, è stato qui a Cremona in prestito e nel giro di poco tempo ha conquistato la Nazionale. Il Mondiale? È il sogno di tutti giocarne almeno uno, ma al momento non ci penso e mi godo l’Under 21»
Allegri parlava benissimo di lei già nel 2018. Come mai ha lasciato la Juventus, seppur in prestito, proprio nell’anno del ritorno dell’allenatore livornese in bianconero?
«Perché alla mia età è importante giocare e fare esperienza. Non ci sono rimasto male. Siamo tutti convinti – il mister, la dirigenza e io – che mi servisse una avventura del genere. Alla Juventus, con i campioni che ci sono, sarebbe stata dura trovare spazio. Non sarà semplice nemmeno qui, ma farò di tutto per conquistarmi il posto».
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Ha salutato gli ex compagni della Juventus con un arrivederci?
«Non c’è stato molto tempo per i saluti. Sono andato via dopo la partita con l’Empoli e quella sera erano tutti arrabbiati per la sconfitta. Il più caloroso è stato Morata. Alvaro mi ha portato a cena con lui. È sempre gentilissimo, abbiamo un ottimo rapporto».
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E di Cristiano Ronaldo, lei che fa parte della generazione Messi-CR7, cosa non dimenticherà mai?
«Mi ha fatto l’in bocca al lupo anche lui. Cristiano non è un ragazzo di molte parole, ama molto di più i fatti. Non a caso segna sempre. In allenamento mi ha colpito tutto di Ronaldo, del resto non lo scopro certo io che è un fenomeno… Ma il tiro e l’abilità in area, dove è micidiale, visti da vicino sono ancora più impressionanti».
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