SANTA MARIA DI CASTELLABATE – La Fondazione “Fioravante Polito”, da anni in primo piano con l’obiettivo di salvaguardare la prevenzione e la salute degli atleti tramite l’adozione di iniziative a partire dal Passaporto Ematico (perché non è mai eccessivo sottolineare l’importanza di sottoporsi ad accurati controlli medici prima di dedicarsi all’attività sportiva), fa nascere il primo Museo del giornalismo sportivo italiano, con il plauso dell’Odg a firma di Carlo Verna e l’autorizzazione del logo. Si trova, naturalmente, a Santa Maria di Castellabate (Salerno) all’interno del museo del calcio “Andrea Fortunato”, meta di pellegrinaggio di semplici turisti e tifosi veri, nonché di ex protagonisti del mondo del calcio che non smettono di donare uno o più cimeli di pregio alla Fondazione.
Cimeli e memorabilia
Il Museo del giornalismo sportivo è uno spazio in cui raccontare e riflettere sull’importanza del giornalismo sportivo in Italia, non solo per la cultura tout court, in quanto la dimensione popolare dello sport ha avuto un impatto decisivo nella storia del Novecento e continua a farlo in maniera ancora più forte. All’interno della struttura saranno presenti straordinari memorabilia: fotografie, materiali originali appartenuti a grandi giornalisti e scrittori, come appunti, lettere, bozzetti, articoli scartati, oggetti che i più importanti giornalisti sportivi italiani hanno raccolto durante la loro attività, nonché impaginazioni, menabò storici, strumentazioni tecniche per la realizzazione dei giornali. Ma c’è spazio anche per altri memorabili oggetti, che fanno tornare alla mente il lascito di immensi autori sportivi, come la macchina da scrivere con la quale Gianni Mura ha scritto alcuni dei suoi pezzi più importanti, a suo tempo donata al Museo dalla moglie Paola.
Gli obiettivi del Museo
Insieme alla sezione dedicata ai memorabilia, il Museo del giornalismo sportivo si pone anche l’obiettivo di lavorare sulle storie e attorno alle idee dei giornalisti sportivi per discutere del passato, del presente e del futuro della professione e dello sport in generale, nonché sull’impatto esercitato da questo tipo di giornalismo sull’immaginario collettivo. «Vogliamo che il Museo del giornalismo sportivo sia sempre vivo – ha spiegato Davide Polito, presidente della Fondazione -. La nostra intenzione è intervistare i grandi giornalisti sportivi che in tutto il mondo non raccontano solo le gesta di un atleta ogni giorno, ma anche il modo in cui il mondo è cambiato e continua a farlo». Rinnovato l’invito a donare cimeli e altri oggetti: il Museo del Calcio è sempre aperto.