Da arrivo inaspettato a punto fermo per il futuro. Questa è la traiettoria disegnata per Weston McKennie, presentatosi sconosciuto ai più a fine estate e ufficializzato dalla Juventus il 29 agosto, il giorno successivo al 22esimo compleanno dello statunitense. La giovane età e la provenienza da una squadra come lo Schalke 04, un tempo gloria della Germania e oggi in profonda in crisi (finanziaria e tecnica), lasciavano pensare a un riempitivo di centrocampo. Nulla di più sbagliato. A McKennie è bastato pochissimo per convincere Andrea Pirlo, prendendosi la Juventus e facendo innamorare i tifosi. Un rendimento che avrebbe ormai convinto la società a compiere il passo definitivo la prossima estate, trasformando in acquisto definitivo quello che era stato siglato come prestito con diritto di riscatto per 4,5 milioni. Un diritto che diventava obbligo per 18 milioni e mezzo – pagabili in tre esercizi – al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi, non specificati chiaramente come per Federico Chiesa (ma si suppone legati al rendimento in Europa), cui aggiungerne altri 7 per ulteriori diritti.
Un passo importante dal punto vista finanziario, ma che il club bianconero si appresta a compiere di buon grado, visto il ragionamento da fare su McKennie a tutto tondo. Soprattutto, trattandosi di calcio, c’è quanto lo statunitense sta offrendo sul campo. Le sue partite confermano come stia nascendo una nuova generazione a stelle&strisce che potrebbe regalare soddisfazioni al Mondiale che verrà organizzato in casa insieme con Canada e Messico nel 2026. Lo juventino è leader di un gruppo interessantissimo, insieme con il “gemello” Christian Pulisic (suo grande amico, nato due settimane dopo: il 18 settembre): da Sergino Dest al neoromanista Bryan Reynolds, fino al 18enne Giovanni Reyna. Ragazzi che fanno la gioia del ct Gregg Berhalter che, a settembre, aveva detto: «Juve, ti innamorerai di McKennie».
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