TORINO – Scatta l’operazione “whatever it takes”: a qualunque costo.
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Porto-Juve, il rigore su Ronaldo negato ai bianconeri
Il primo vero calo in stagione di Ronaldo
La citazione riporta giocoforza al Mario Draghi presidente della BCE (Banca centrale europea), ora Presidente del Consiglio praticamente per acclamazione. Ma il riferimento è al… Premier bianconero Cristiano Ronaldo. In questo caso al limite entriamo in zona BBC (Gigi Buffon, Leonardo Bonucci, Giorgio Chiellini). Ma va bene lo stesso. La modalità “a qualunque costo” è inevitabile, per CR7, per questione di responsabilità epperò anche di ambizione personale. Sa quanto la Juventus conti su di lui, sa quanto le sue prestazioni e i suoi gol siano importanti per il gruppo, per il gioco, per i risultati. Non è un caso che la doppietta di risultati più deludenti della stagione (ko contro il Napoli in campionato sabato scorso, ko contro il Porto in Championse League martedì sera) sia arrivata proprio in concomitanza con il primo momento di vero calo del fuoriclasse portoghese. Ronaldo è infatti colui che fa e ti fa fare la differenza se è in giornata (giornata… normale, si intende: basta quella). Gli è sufficiente una mezza giocata per inventarsi una marcatura, dunque catalizza il gioco offensivo e ha a disposizione la maggior parte dei palloni in zona gol. Per gli stessi motivi, però, è colui che pesa parecchio sugli equilibri collettivi nei – pur rari – momenti in cui non ingrana. Vuoi perché sempre catalizzatore di palloni, rimane. Vuoi perché comunque un inconscio senso di incredulità generale – se la situazione difficile non la risolve CR7 – si crea…
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Porto-Juve, rigore negato: furia Ronaldo con l’arbitro