TORINO – L’unico problema di Massimiliano Allegri è il tempo: perché avrà a disposizione solo due settimane per lavorare in modo organico, con la rosa al completo. Cioè dalla seconda settimana di agosto (quando il gruppo sarà finalmente al completo) al 22 quando inizierà il campionato a Udine. Poi ci sarà partita casalinga contro l’Empoli e subito dopo la pausa per le nazionali, nemica giurata di ogni allenatore che vorrebbe pianificare tabelle di lavoro specifiche per consentire una maggiore cura del lavoro e che, invece, si ritova con tempistiche sempre più compresse e quello che, nelle scorse estati, era il “ritiro precampionato”, durante il quale spiegare il proprio calcio e, soprattutto, provarlo e riprovarlo, si riduce a due settimane. Due settimane intense «da usare molto bene», dice Allegri che in quel periodo deve costruire la sua nuova squadra, quella con cui sfidare se stesso e il ciclo dei cinque scudetti consecutivi. (…)
La prima sfida di Allegri
Fra i suoi pregi più apprezzati da Agnelli è il distacco con il quale riesce a gestire le pressioni esterne, quelle che possono essere un fardello notevole per qualsiasi allenatore della Juventus. Allegri è un pragmatico e un ottimista. Cerca sempre la soluzione più pratica ai problemi che affronta, senza rispondere a un dogma calcistico particolare, ma utilizzando i giocatori a sua disposizione nel modo più efficace possibile. Davanti a lui c’è una stagione insidiosa, quella che segue una grande manifestazione, nella quale molti suoi giocatori sono stati impegnati, uscendone in modo trionfale (gli italiani) o molto deludente (Ronaldo, Szczesny soprattutto, ma in fondo anche Morata). Gestire le fatiche psicofisiche dell’Europeo sarà la prima sfida di Allegri nella parte autunnale della stagione.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport