Lo slovacco è il simbolo del 5 maggio 2002, incubo per ogni tifoso nerazzurro. In carriere perse altri due scudetti, sempre a causa di rimonte clamorose all’ultima giornata
Ei fu. Gresko. Siccome immobile, mentre Poborsky gli fuggiva via. Ed era ovviamente il 5 maggio, ed era un Lazio-Inter inciso a ferro e fuoco nella storia del nostro calcio. Ei fu: tempo remoto, anche se il passato non passa mai. Ei è, dunque. Un vecchio ragazzo di quarantaquattro anni che ha fatto pace con i ricordi e ha lasciato che il tempo asciugasse le ferite, ma se si volta non può fare a meno di vedere aleggiare un fantasma. E quel fantasma è lui. Ei sarà quindi, nei secoli dei secoli, perché il suo nome rimarrà sempre legato alla più inattesa, impronosticabile e incredibile delle sconfitte.