Il 13 dicembre 1981 durante Bologna-Fiorentina un grande giornalista dà la linea allo studio e si accascia al suolo. Una decina di anni prima aveva raccontato il Settembre nero con uno stratagemma geniale
Come tutte le domeniche, Piero Pasini sale i gradoni della tribuna stampa dello stadio Comunale di Bologna, saluta i colleghi, scambia un paio di battute, poi prende posto nella postazione della Rai, divincolandosi nell’intreccio di fili, microfoni e cavi che occupa lo stanzino. Si siede, sistema i quotidiani su un lato del tavolo, squaderna il blocco degli appunti, toglie il cappuccio alla biro, fa due scarabocchi sovrappensiero, infine si sistema le cuffie e controlla che il microfono funzioni. Sono gesti automatici che ripete da anni, danno forma e contorno al suo lavoro: Piero Pasini è un giornalista, lavora alla sede Rai di Bologna. Sono le 14.30 del 13 dicembre del 1981, al Comunale sta per cominciare Bologna-Fiorentina, il derby dell’Appennino.