Brava l’Inter ad infilarsi nel varco diventato portone, ma i rossoneri non possono fare altri passi falsi: il rinnovo dell’ivoriano è sempre più urgente
Milano è una città fantastica, Hakan ha deciso di non cambiare. Calhanoglu dal Milan all’Inter era nell’aria da 72 ore, almeno come proposta (disperata) del suo agente Gordon Stipic. C’era un varco, è diventato un portone. E il portone si è spalancato. Il dramma di Eriksen ha consentito di accelerare, a maggior ragione se pensiamo che per il turco non c’era da pagare il cartellino, al massimo commissioni più o meno importanti ma non determinanti. La via crucis di Calhanoglu termina quasi a fine giugno dopo un inseguimento del Milan, offerte respinte, richieste eccessive (all’inizio da 6 milioni più bonus a stagione), compromessi impossibili, un braccio di ferro che si immaginava avrebbe portato a un epilogo del genere. Addio. Se vogliamo, questa è una storia ancora più pesante rispetto alla vicenda Donnarumma. Semplicemente perché qui ballava un milione o poco più, il Milan aveva offerto 4 più bonus, l’Inter andrà verso i 5 a stagione più 1 milione di bonus. In fondo, se ci fosse stata la volontà vera di Calhanoglu di restare, l’accordo sarebbe stato rapidissimo. Non c’era.