Il 17 maggio Carlo non scende in campo dal primo minuto: fra lui e Capello non scorre buon sangue. Nel corso della ripresa però entra in campo ed è una furia: “Chi l’avrebbe potuto immaginare?”
Prima della festa d’addio c’è un’ombra di amarezza. Domenica 17 maggio 1992, Milan-Verona a San Siro: è la partita che deve segnare la conquista dello scudetto degli invincibili di Fabio Capello. Ed è anche l’ultima danza di Carletto Ancelotti: le ginocchia gli fanno un male tremendo, non ce la fa più, Arrigo Sacchi lo aspetta in Nazionale dove gli ha ritagliato un ruolo da assistente.