L’avvio di stagione per il Napoli è stato assolutamente convincente. Gli azzurri hanno conquistato nove punti su nove riuscendo a vincere tutte e tre le partite di campionato: il valore di questi risultati è ancora maggiore perché l’ultimo successo è arrivato contro la “nemica” di sempre, la Juventus. Se a questo si aggiunge l’entusiasmo portato dall’arrivo del nuovo allenatore Spalletti e finalmente il pubblico ritrovato sugli spalti, viene fuori il giusto mix per affrontare una grande annata e lasciarsi alle spalle gli ultimi anni tutt’altro che eccellenti, quando l’ultimo forte ricordo risale al 2017 con lo scudetto sfiorato. C’è però un aspetto che fa discutere a Napoli e riguarda la partecipazione tutt’altro che massiccia da parte dei supporters allo stadio Maradona.
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I TIFOSI – Storicamente, il più grande punto di forza del Napoli è proprio la tifoseria. L’ex San Paolo ha sempre saputo trascinare la squadra, soprattutto nei momenti più difficili o delicati riuscendo a strappare imprese memorabili sul campo. Caratteristica riconosciuta da chiunque, per cui andare a giocare in trasferta a Napoli non è una passeggiata mai per nessuno, specialmente per l’atmosfera importante che si crea nel singolo evento. Nell’ultimo anno e mezzo si è sentita l’assenza dei tifosi, la squadra di Gattuso ha mostrato molte insicurezze che avrebbero potuto essere nascoste da un popolo capace di trascinare l’intera squadra verso risultati e prestazioni differenti. Un ritorno alla normalità si è iniziato a vedere a fine agosto, tra la sfida contro il Venezia e quella contro la Juventus. Anche se non è tutto oro quel che luccica perché, nonostante l’importanza di un match come quello di cinque giorni fa e i posti ridotti al 50%, il Maradona non ha visti riempiti tutti i suoi posti a disposizione.
NUOVE REGOLE – Mancano i tifosi, dunque, allo stadio. Quei tifosi che tanto hanno contribuito alle vittorie, ma che oggi rischiano di scontrarsi con una realtà che tende a mettergli i bastoni tra le ruote. In seguito a Napoli-Venezia c’è stata una raffica di multe che ha colpito chi non ha rispettato il proprio posto, chi ha sventolato una bandiera, chi si è fermato qualche minuto in più presso le vie di fuga della struttura. Da qui la decisione di disertare lo stadio, l’assenza dei gruppi organizzati, degli ultras di non presenziare in occasione di Napoli-Juventus. Questo problema, però, non nasce oggi ma dall’estate del 2019 quando, in occasione delle Universiadi, lo stadio venne ristrutturato inserendo delle telecamere all’avanguardia con riconoscimento facciale. Già nei mesi antecedenti al Covid partì la protesta degli ultras con lo stadio di Napoli che si mostrò quasi vuoto. Con queste nuove regole alcuni problemi si riescono ad evitare, ma bisogna anche andare incontro al tifoso, bisognoso di maggior libertà, di più possibilità di tornare ad essere un punto di riferimento per la squadra. Ad esempio, iniziando ad evitare multe banali come quelle del cambio posto, dato che, se d’accordo, due persone non fanno nulla di male invertendo le proprie postazioni. Così come l’introduzione dei famosi palchetti lanciacori come accade all’Olimpico di Roma. O le bandiere che non sono un reale ostacolo ma rappresentano un’identità di una tifoseria. D’altronde non ci si trova ad una serata di gala, un evento cinematografico. Resta pur sempre uno stadio dove ad ogni gol segnato da parte della propria squadra si può liberare la propria voce urlando a squarciagola. Oggi a Napoli il problema c’è e deve essere superato: è un peccato vedere una squadra che ha entusiasmo e risultati dalla sua ma è costretta a dover rinunciare al suo cuore, i tifosi.
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