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Napoli, Spalletti: “Atalanta? Può ambire allo scudetto”

“L’Atalanta può ambire allo scudetto”

Spalletti ha poi proseguito il discorso sulla squadra di Gasperini: “L’Atalanta è una squadra completa, tosta, che sa bene dove vuole andare. Noi abbiamo delle caratteristiche che le possono creare dei problemi, bisogna vedere come si riesce poi a pilotare la partita. O la conduci o diventi un passeggero della partita, monti sopra e ti portano in giro per il campo loro. Questo non dobbiamo farlo perché se sei passeggero dell’Atalanta può portarti a sbattere dove vuole. Strategia? Mantenere il possesso palla per portare la partita sul nostro binario. Dobbiamo riuscire a gestire la maggior parte della partita perché se la gestiscono gli altri ti portano ad essere un po’ sparpagliati perché hanno quest’ampiezza di gestione di palla. Quando cominciano l’azione ti creano quest’aggiramento nella loro proposta di gioco, andando da una parte all’altra, e la chiudono in molti l’azione. Con questa fisicità e questa forza che hanno. Se loro gestiranno molto palla sarà inevitabile subire le loro caratteristiche e la loro qualità. Abbiamo tentato di farlo negli ultimi venti minuti col Sassuolo e non ci siamo riusciti. Tutte le volte che si recupera palla bisogna sforzarsi di creare le controffensive giuste. Atalanta favorita domani e candidata allo scudetto? Possono ambire al titolo, come quelle del condominio iniziale. Dire chi sia il favorito domani non mi interessa, mi aspetto che i miei domani possano vincere la partita perchè ne sono in grado”. Sull’allenatore della Dea: “A me piace tutto di Gasperini, ci sono stato a cena insieme e sono andato a vederlo. E’ stato tra i primi a fare questo tipo di calcio e basta vedere in tutti questi anni dove ha portato l’Atalanta”.

Napoli, Koulibaly fuori per un mese. Spalletti in emergenza

“Situazione d’emergenza? Siamo sotto tempesta”

Sulla situazione del Napoli, con tanti infortuni in rosa: “Con queste partite così ravvicinate ogni partita è un viaggio verso l’ignoto, non sai cosa ti succede. Il risultato di 2-0 non ti mette al sicuro perché poi magari gli altri cambiano cinque uomini e diventa un’altra partita. Diciamo che noi siamo sotto tempesta in maniera più precisa perché oltre agli infortuni abbiamo avuto anche il Covid. Se ti tocca metter dentro dei calciatori che tre giorni fa hanno avuto il Covid diventa difficile poi riuscire ad avere una risposta come ti aspetti. Allora ancora di più gli si fanno i complimenti ai calciatori per la disponibilità. Demme e Politano? Vanno fatte delle valutazioni. Di questo si porterà dentro anche le possibilità scientifiche che abbiamo per andare a valutare delle cose. Vorrebbe dire dargli un’ulteriore notizia di quella che potrebbe essere la formazione, ma Gasperini è già bravo e ha già molte notizie, quindi questo lo tengo per me. Situazione d’emergenza? Ora bisogna scegliere tra quelli che rimangono. Ciò che è fondamentale è stare uniti, a protezione della squadra che ha già dimostrato nelle difficoltà quanto ha a cuore questa maglia. E questo si vede quotidianamente in tutti gli allenamenti. Non c’è miglior occasione di quando poi ti capita di giocare. Ogni tanto scherzando a qualcuno che rimane fuori mi succede di dire ‘Guarda che prima o poi ti faccio giocare’, visto che sono pronti a mettere in pratica le proprie qualità. Ora capita l’occasione e non c’è situazione migliore di questa per vedere se ci si lascia spaventare oppure si vuole andare a trovare nuove energie e nuove risorse”.

“Juan Jesus? Ha esperienza e forza da vendere”

Poi sui suoi calciatori: “Juan Jesus come sostituto di Koulibaly? E’ facile perché io lo conosco da diverso tempo. La cosa più significativa è come viene accolto quando un calciatore entra nello spogliatoio. Già si è fatto apprezzare per le qualità e la persona negli anni precedenti, tutti nel nostro mondo ne parlano bene. E poi ha esperienza, forza da vendere, conoscenze. E’ chiaro che farsi trovare pronto è quello che fa la differenza per quelli che hanno giocato meno, ma ha tutte le caratteristiche per svolgere i compiti in maniera precisa. Mertens? Domani è il capitano, per cui è quello che deve darci una mano e indicarci la strada. Chiedete a me di Mertens? Ditemelo voi, voi l’avete visto bene chi è Mertens, io l’ho apprezzato da fuori. Ounas? E’ pronto. Mi è dispiaciuto non averlo a disposizione in questo periodo, sarebbe entrato nel finale di partita col Sassuolo se non si fosse fatto male Koulibaly. Sarebbe stato l’arma giusta in quel momento perché lui ha forza e non si fa montare addosso”.

“Squalifica ? Devo trattenermi”

Il tecnico è poi ritornato sulla squalifica per due giornate dopo l’espulsione ricevuta contro il Sassuolo: “Faccio fatica a sopportare la squalifica perché vengo cancellato dal mio mondo. Io vivo per fare l’allenatore, per stare insieme alla squadra. Però c’è da fare una riflessione. Io spendo tempo nelle riunioni a dire che comportamento dobbiamo avere in campo e in panchina, non solo ai calciatori ma anche ai massaggiatori, ai dottori, ai magazzinieri e tutti quelli che compongono la partita. Io chiedo ai miei calciatori di comportarsi in un certo modo, di saper accettare un errore arbitrale, di non cadere nelle provocazioni degli avversari. Errori arbitrali come gli errori che possono fare io quando sbaglio una sostituzione o altro. Per questo dovrò pagare la multa alla squadra. Quando io chiedo una cosa alla squadra e loro non lo fanno gli si fanno le multe, stavolta tocca a me pagare loro. Bisogna trattenersi, anche quando accade qualcosa che ritieni ingiusto. Il fatto di star fuori davvero mi disturba e mi dispiace perché a me piacere vivere la partita da dentro, anche nelle complicazioni”. 

“Calciatori? Subiscono troppa pressione”

Ritornando sugli infortuni, il tecnico ha parlato dell’eccessivo carico di partite per i giocatori: “Bisogna trovare un po’ più di spazi per farli recuperare, e che sia il muscolo nonchè la testa a recuperare dalla pressione. Siamo tutti lì col fiato sul collo dei calciatori, anche io posso diventare una pressione per loro. Bisognerebbe avere la possibilità di avere ore extra in una giornata per farli recuperare, in questa complessità di date a me è risuccesso di non fargli fare niente, di giocare una partita dopo tre giorni senza aver fatto fare nulla a chi aveva giocato prima. C’è anche il costo mentale dei viaggi, tra spostamenti e mezzi di trasporto: in Russia siamo stati un’ora in piedi a fare i check-in per uscire, poi ci metti il viaggio sull’aereo, poi il pullman. Quando torni sei spappolato. Io mental coach? I calciatori hanno molte soluzioni, a me non è mai piaciuto quando ti vogliono mettere uno psicologo vicino alla squadra, anche se toccasse in modo migliore certi concetti che sono propri anche dell’allenatore. Si tenta di fare entrambe le cose perchè si rischia di andare a creare un fardello”. 


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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