Trentasei anni fa Diego siglò lo scontro tra azzurri e gialloblu con uno dei suoi gol più iconici. E le parole che usò per definirlo raccontano tanto della sua “arte”…
Le parole raccontano il passare del tempo. Alla sobrietà di una volta si sostituisce spesso il discorso iperbolico, l’urlo, quasi ci fosse il terrore di lasciare spazio al silenzio. E allora si grida nel microfono, si esagera nell’aggettivazione, ci si spinge ben oltre i limiti di un equilibrio retorico che dovrebbe essere la stella polare di ogni comunicazione verbale o scritta. Se ieri si utilizzava l’understatement anche di fronte a un’impresa omerica, oggi se ne trasforma in una, attraverso il linguaggio, anche un gesto normale. Le vie della parola sono davvero infinite.