Grosseto-Livorno andata e ritorno, in tutto tre ore di viaggio e poi l’allenamento, fatica e sudore. Così ogni giorno, con tanto sacrificio, ma senza pesi nel cuore, perché in quel tragitto, Francesco Nunziatini, rincorreva un sogno. Tre ore che andavano riempite anche e soprattutto studiando, in virtù di quel patto, chiarissimo, con la su famiglia: sì al calcio, ma senza trascurare la scuola. “Nel compilare la sua scheda da consegnare alla società, scrissi che aveva un solo difetto: quello di essere l’unico con certi valori nelle mia rosa di calciatori”.Di Francesco Nunziatini, parla così il suo ex allenatore ai tempi dell’Under 15 del Livorno, Stefano Brondi.
“Ho cercato di inselvatichirlo, perché nel calcio e in generale nella competizione, serve anche questo. Era troppo educato anche in campo e quando commetteva un fallo un po’ più duro passava i successivi cinque minuti a chiedere scusa. Non serve, gli dicevo. Basta una volta, non devi rincorrerlo per scusarti. In campo si incontrano ragazzi scaltri, che arrivano da realtà complesse”.
IL RUOLO – Un insegnamento che Nunziatini ha fatto suo, perché adesso scende in campo con tutt’altra sicurezza nei propri mezzi. Lo ha dimostrato anche contro il Real Madrid, quando ha sistemato le sorti del match con un gol in rovesciata. Un colpo che neanche provi se non ti senti a tuo agio. Giocate pulite, ottima struttura e inserimenti, queste le migliori doti di Nunziatini, che durante il ritiro in prima squadra, con Inzaghi, non ha sbagliato niente. “Io credo sia un interno di centrocampo – spiega Brondi – perché ha tempi di inserimento perfetti e può contare su un grande stacco. Ha fatto tanti gol così. Poi è talmente umile che può ricoprire bene tutta la catena di sinistra, ma il meglio lo dà da interno. Qualche allenatore lo ha impostato anche da difensore centrale, ma più per camuffare delle falle della squadra, rischiando l’involuzione del ragazzo. Io invece non ho alcun merito, ho solo cercato di rispettare le sue caratteristiche, l’unico vero obiettivo che dovrebbero avere gli allenatori dei settori giovanili”. Un merito che in molti sottovalutano ma che invece i calciatori sanno riconoscere, considerando che lo stesso Nunziatini vede Brondi come l’allenatore che più lo ha migliorato.
A CHI SOMIGLIA? – “Il difetto? Era un po’ timido e sentiva il peso di qualche partita importante. Perdemmo una semifinale scudetto ai calci di rigore e lui sbagliò dagli undici metri dopo aver giocato una gara perfetta. Lo trovai negli spogliatoi a piangere, si tirò addosso l’errore per tutta la notte. Forse la sua umiltà non gli fa bene intendere le qualità che possiede e per questo motivo gli ho sempre detto che la prestazione deve cercarla nella sua testa. È arrivato all’Inter al momento giusto, crescerà ancora di più e si perfezionerà. Poi capiremo quale sarà il suo percorso, ma non poteva dire no. L’anno scorso era stato contattato anche dalla Fiorentina, ma non se ne fece nulla. A chi somiglia? È un calciatore simile a Duncan, ma più bravo in zona gol. Robusto e pulito. Non è un talentuoso, ma ha corsa e inserimento, è fortissimo di testa e ha grande resistenza. Non sente la fatica. Credo abbia nei piedi 7-8 gol a campionato”.
REPORT DA INTERELLO – Fantastici anche i report che arrivano dall’Inter: “È un ragazzo d’altri tempi, sa ascoltare e sembra nato per fare il calciatore (analisi condivisa anche da Brondi), ha la testa del professionista. Ma è semplice, pulito, nei pensieri e nei modi di fare. Un personaggio che sembra quasi anacronistico, di quelli che non fanno niente per farsi notare ma che hanno tutto per farsi ricordare”. Nunziatini è così, speciale nella sua semplicità. All’Inter e Chivu l’onere e l’onore di renderlo pronto al salto definitivo.