Alla fine di aprile del 1976, con il campionato ancora tutto da decidere e una salvezza da conquistare, l’attaccante dello scudetto biancoceleste lascia Roma per andare ai Cosmos e diventare il testimonial del nuovo Soccer. Dietro a questa scelta contestazioni, risse, una moglie gelosa e molto altro
Il campione tormentato una notte di fine aprile del 1976 sale sul volo Roma-New York con scalo a Parigi e va alla conquista dell’America del Soccer. Parte maledicendo tutti, scrollandosi di dosso i veleni, tirandosi dietro un trolley pieno di gol e di gloria, soffiando rabbia dalle narici, come quel bisonte imbizzarrito che è, quando avanza a testa bassa verso la porta avversaria, calcia – tutto storto, con la testa incassata tra le spalle – fa gol e intanto in curva, dopo il boato liberatorio parte il coro: “Giorgio Chinaglia/Il grido di battaglia”.