Domani l’anniversario della scomparsa del cantautore calabrese, antieroe fuori dagli schemi appassionato di pallone: “Nuntereggae più”, Panatta, Lauda e…
Il giorno che morì Rino Gaetano, Silvano Contini attaccò sul Tonale con la maglia rosa, Björn Borg si qualificò per le semifinali del Roland Garros e l’Italia del basket perse agli Europei contro la Cecoslovacchia una partita decisiva per puntare alla medaglia di bronzo. Il giorno dopo sarebbe andata in campo la Nazionale di calcio in Danimarca, quinta partita di qualificazione al Mundial 82. Mezza squadra azzurra era finita in uno dei suoi pezzi più irriverenti e celebri, Nuntereggae più, un pastiche così inequivocabilmente personale del cantautore del nonsense, leggero, disimpegnato, giullare, tutte definizioni da surf, senza profondità, incapaci di restituire la complessità dolorosa di un isolato, un anarchico si potrebbe azzardare, se non fosse che poco prima di morire aveva prenotato una chiesa dove sposare la sua ragazza. Un non arruolabile, forse va meglio.