TORINO – Qualcuno, dopo la brutta esibizione (collettiva, peraltro) di Firenze, s’è lasciato andare alla battuta salace: «Nel secondo tempo non ha sciolto le trecce, ecco perché è andata male». Adrien Rabiot scrolla le spalle e guarda oltre: non si può piacere a tutti, l’importante è evitare di rimanere congelato nel freezer di una domenica raggelante per i colori bianconeri. La Juventus ha steccato contro la Fiorentina nel giorno in cui non avrebbe dovuto e il centrocampista francese non ha contribuito a invertire la tendenza
Tante presenze ma poca sostanza
A parte tutto, la stagione di Rabiot si sta dirigendo verso la conclusione all’insegna di un vero paradosso. Sulla scorta di esibizioni mai perfette però incoraggianti (a San Siro contro il Milan, per esempio, oppure con l’Inter in Coppa Italia), sembrava che fosse lui il giocatore meno indiziato a una partenza in vista del mercato. Andrea Pirlo l’ha utilizzato in 41 partite stagionali, di cui 29 da titolare, per un complessivo di 2799 minuti e trascurabili spiccioli di recupero. Per minutaggio, monsieur Rabiot è sopravanzato unicamente da Danilo, Cristiano Ronaldo, Wojciech Szczesny e Rodrigo Bentancur, ma le sue prestazioni non hanno quasi mai oltrepassato la soglia del 6-6.5 in pagella. Tre gol – a Spezia, Lazio e Porto – però si fa fatica ad estrarre dalla collezione una giornata da ricordare. Ecco perché la dirigenza juventina sembra ormai aver preso atto della bontà di un’eventuale cessione del transalpino.
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