“Abbiamo bisogno di gente pronta – spiega il c.t. dell’Argentina alla vigilia delle qualificazioni mondiali -. Paulo ha avuto una stagione difficile, gli infortuni gli hanno impedito di giocare con continuità. Se avessimo avuto 26 giocatori…”
3 giugno
– MADRID
Non è semplice allenare in tempi di pandemia, e ancor di meno se ti devi muovere su continenti diversi. Lionel Scaloni lo sa e cerca di adattarsi al meglio. In primavera gli hanno cancellato le partite di qualificazione mondiali, spostate ai primi di giugno come peculiare e pericoloso antipasto alla Copa America, che doveva giocarsi tra Argentina e Colombia e a 12 giorni dall’inizio della competizione è stata spostata in Brasile. Nella notte tra oggi e domani l’Argentina sfida il Cile, il 9 giocherà in Colombia e il 13 inizierà la sua Copa America. “Pochi giorni, tante ore di volo. E mentre voi prima dell’Europeo fate delle amichevoli noi abbiamo partite di qualificazione mondiale. Se poi aggiungiamo che la Conmebol in maniera del tutto illogica e incomprensibile ci ha negato di allargare la rosa per il torneo a 26 elementi, cosa che invece ha accettato la Uefa, abbiamo il quadro di una situazione molto complessa, al limite”.