TORINO – Non deve essere stato facile innestare la retromarcia per chi governa l’Uefa, soprattutto perché la retorica belligerante degli ultimi mesi si sposa male con la decisione di obbedire al Tribunale Commerciale di Madrid e cancellare «come se non fossero mai esistite» le procedure disciplinari nei confronti di Real Madrid, Barcellona e Juventus. Che sarebbe come dire: scusate ci siamo proprio sbagliati. Considerato che le minacce erano quelle di vietare ai club la partecipazione alle competizioni Uefa per uno o due anni, il passo indietro è stato notevole e certamente non gradito ad Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa. Soprattutto perché dal fatidico 18 aprile, non ha mai mancato di aggredire verbalmente i club e i dirigenti (Andrea Agnelli è stato sempre nel suo caustico mirino mediatico) che hanno fondato la Super League. Questo nonostante da quei club siano arrivati molti segnali di dialogo per una riforma delle competizioni, che è evidentemente sempre più urgente se, sul tavolo internazionale, è finita a stretto giro di posta anche la questione del Mondiale a scadenza biennale, nella quale il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha la possibilità di assestare una spallata violenta alla Uefa.
LE PROSSIME MOSSE – Così la Uefa, ingoiato l’indigesto boccone del comunicato di ieri sera, rilancia un altro comunicato con il quale ribadisce le sue posizioni durissime contro la Super League e, soprattutto, fa sapere che si appellerà alla Corte Provinciale di Madrid contro le ordinanze del Tribunale Commerciale. Si va, quindi, al secondo grado e si gioca un’altra partita giuridica. In attesa di quella, definitiva, della Corte Europea, per la quale tuttavia bisogna armarsi di grande pazienza, perché non essendo un procedimento d’urgenza, il caso Uefa potrebbe essere analizzato anche fra dodici mesi. Mesi nei quali la cosa più logica sarebbe sedersi intorno a un tavolo, approfittando di quello del Mondiale ogni due anni che riformerà il calendario, e riparlare di Super League o affini. Ieri, nella sua lettera agli azionisti, Agnelli ha ribadito una totale apertura al dialogo. Se dialogo non ci sarà, continuerà la battaglia legale, nella quale finora l’Uefa ha rimediato una sconfitta piuttosto dura. E rischia, in presso la Corte Europea, di essere ribaltata nella sua organizzazione, perché in quella sede non verrà discussa la Super League, ma il presunto monopolio di Nyon sul calcio europeo e la sua compatibilità con le leggi dell’Unione Europea in fatto di concorrenza. Terreno scivoloso e in gioco c’è la struttura stessa dell’Uefa, mentre i club rischiano relativamente poco. La peggiore delle ipotesi, in caso di vittoria totale dell’Uefa alla Corte, è che tutto rimanga com’è. Difficilmente, infatti, la Corte permetterebbe all’Uefa di accanirsi contro di loro che, di fatto, sono finiti sotto inchiesta per aver proposto un’idea, senza attuare nulla.
IL COMUNICATO INTEGRALE – Insomma, in questo scenario, il comunicato dell’Uefa suona come uno scatto d’orgoglio dopo una sconfitta amara, per quanto non definitiva. Dicono a Nyon: «La UEFA ribadisce la sua opinione di aver sempre agito in conformità non solo dei suoi statuti e regolamenti, ma anche del diritto dell’UE, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e del diritto svizzero in relazione al progetto della cosiddetta “Super League”. La UEFA rimane fiduciosa – e continuerà a difendere – la sua posizione in tutte le giurisdizioni pertinenti. La UEFA ha sempre agito in buona fede durante i procedimenti pendenti davanti a un tribunale di Madrid. Di conseguenza – e nonostante l’UEFA non riconosca la giurisdizione del Tribunale di Madrid e creda fermamente di aver sempre agito nel pieno rispetto dei procedimenti in corso – l’UEFA ha presentato oggi osservazioni formali al Tribunale di Madrid dimostrando la continua osservanza delle ordinanze. Inoltre, la UEFA ha presentato istanza di ricusazione del giudice che presiede il presente procedimento in quanto ritiene che vi siano significative irregolarità in tali procedimenti. In linea con la legge spagnola – e nell’interesse fondamentale della giustizia – la UEFA si aspetta che il giudice in questione si faccia immediatamente da parte in attesa della piena e corretta considerazione di questa mozione. Inoltre, la UEFA farà anche ricorso formale a un tribunale superiore, la Corte provinciale di Madrid (Corte d’appello). La UEFA continuerà a prendere tutte le misure necessarie, in stretta conformità con il diritto nazionale e dell’UE, al fine di difendere i propri interessi e, soprattutto, quelli dei suoi membri e di tutte le parti interessate del calcio».
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