Con la doppietta al Torino, Hernandez ha migliorato il suo primato di gol in campionato. Lo scopritore Manu Gonzalez: “Non capisco perché la Francia non lo chiami. Quando aveva 8 anni gli dicevo di osare di più…”
I colori son già pronti, la tinta pure. Del resto l’aveva promesso. “Se andiamo in Champions mi faccio i capelli rossoneri!”. Theo è così: estroverso, solare, un po’ provocatorio, anche se da ragazzino dribblava i riflettori e l’attenzione. Se ne stava in disparte a palleggiare. “Era piccolino, timido, un fuscello. Giocava sempre col fratello Lucas, di un anno più grande”. Manu Gonzalez se li ricorda bene, soprattutto perché a Majadahonda, sobborgo di Madrid, due come gli Hernandez non sono più passati. “Li ho allenati due stagioni. Se giocano a pallone lo devono alla madre”. E a rigidi orari di lavoro per mantenere la famiglia. “Avevano 8 e 9 anni, ma si allenavano insieme. Lei non riusciva a portarli in giorni diversi, così prendemmo anche Theo”. Fulmine su campi in polvere.