TORINO – Il recupero di Benevento al 93’ (gol di Zaza) è stato benedetto per il punto che ha portato in dote e ancora più per quell’iniezione di autostima che si è tradotta in un successivo filotto di tre pareggi e una sospiratissima vittoria (la terza in stagione, per i granata): il duro lavoro di Nicola, del suo staff e dei giocatori, se non proprio vanificato, subisce ora un brusco stop. Il Toro si deve piegare al Covid nel suo momento migliore, quindi nel frangente peggiore possibile. Fino al recente esito dei tamponi, dal quale è emersa la positività di 7 giocatori più un membro dello staff sanitario, l’unico pensiero dei granata era rivolto alla sfida contro il Sassuolo, la sola volontà era quella di continuare lungo la strada dei risultati positivi. Adesso la prima preoccupazione è per la salute di chi è contagiato, nonché per le loro famiglie. Con il tecnico che forse già martedì, se sarà confermata la trasferta di Roma contro la Lazio, dovrà presentare in campo una squadra che non è dato sapere se domani potrà tornare al Fila, e nel caso se per dedicarsi a sedute individuali o a gruppetti (ma comunque tenendo il distanziamento). Il Toro lanciato delle ultime settimane, suo malgrado, si riscopre Toro seduto. Già, perchépure quando, e chissà quando, i positivi si saranno negativizzati, i problemi resteranno. Legati anche al calendario,a maggior ragione se dovesse essere rinviata la gara contro la Lazio.
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Torino, dalla svolta all'incubo Covid
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