TORINO – Ha contenuto Osimhen con la solita attenzione, per quanto sia stato proprio il nigeriano a decidere la sfida contro i granata in favore del Napoli: al Maradona il brasiliano Bremer ha messo in campo l’usuale prestazione più che positiva. Evidenziando una crescita a tutto tondo che porta a due conseguenze: il Toro vuole allungargli di una stagione il contratto ora in scadenza nel 2023, ma attorno al sudamericano si registra un crescente movimento di club interessati al suo cartellino. Lo stesso Napoli lo segue da vicino, dopo gli apprezzamenti manifestati anche da Milan e Inter. Solo per citare la concorrenza più nobile, sul difensore centrale granata.
Toro, si cerca solidità in difesa con Bremer, Djidji e Rodriguez
Bremer che in poco più di tre stagioni nel Torino ha saputo imporsi senza tentennamenti. E che ora della difesa orfana di Nkoulou è il riferimento certificato. Una difesa che per gol incassati viaggia a velocità Champions: 8 gol subiti, meglio solo Napoli con 3 e Milan con 7. Suona come un paradosso ma tale non è: la tenuta in fase difensiva del Torino non è casuale, ma frutto di un lavoro specifico ultimamente non premiato dalla finalizzazione. Trova un precario equilibrio tra opposti, questo Toro: per numero di reti segnate, 9, è al penultimo posto della classifica (pari al Sassuolo, davanti a Salernitana e Venezia con 6), mentre per quelle incassate, appena 8, sale sul terzo gradino del podio. L’ago va ora spostato verso i gol realizzati – altra specialità della casa di Bremer – anche in virtù del ritorno di Belotti il quale venerdì contro il Genoa potrebbe rigiocare dal primo minuto. Contestualmente va però mantenuta la solidità davanti a Milinkovic, affidandosi a Bremer ma non soltanto. Se il brasiliano aveva già convinto appieno un anno fa, Djidji e Rodriguez sono all’opposto ripartiti in grande stile solo grazie all’allenatore croato.
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