TORINO – Ma guarda un po’: la stragrande maggioranza dei tifosi si è scoperta completamente rapita e in parte appagata dalle denunce (calcisticamente, concettualmente inappuntabili) di Ivan Juric in merito alle sconcertanti politiche societarie di Urbano Cairo e all’imbarazzante mercato di Davide Vagnati. L’avreste mai detto? Eppure, a leggere i giornali di proprietà del presidente/editore, va sempre tutto ben madama la marchesa di Masio. Vero, ci sono anche quelli poco convinti dagli sfoghi del croato – di colpo caduto dal pero granata dopo un avvio all’insegna delle larghe intese e degli ammiccamenti verso la società che lo aveva ingaggiato per due milioni l’anno («non ero abituato a tutto questo lusso»: do you remember?) e che temono si tratti dell’ennesimo teatrino degli orrori – ma dall’altra notte una cosa è certa: il re Urbano adesso è nudo, al di là dei suoi ricorrenti selfie in stile tipo da spiaggia.
La resa dei conti
La verità è che siamo alla resa dei conti. Da un lato viene da dire GIÀ, stante che Juric è arrivato da tre mesi, dall’altro FINALMENTE, considerato che Cairo è Cairo da 16 anni. Ora, pretendere – come molti vorrebbero – che l’allenatore si dimettesse è obiettivamente troppo, in questo calcio e in questo mondo. (…) Pensare invece che sia Cairo a licenziarlo per insubordinazione è poco plausibile: per via dello stipendio che percepisce (e a libro paga c’è ancora Giampaolo, eh) e perché, ricordando gli sbrodolamenti di elogi presidenziali di tre mesi fa, vien da pensare che ci sia un limite anche alla faccia di bronzo. Ma forse no, vai a sapere. Sensazione è che vi sia la speranza/convinzione – in questi ultimi giorni di mercato, quando le situazioni e i prezzi spesso cambiano – di colmare in qualche modo carenze e appianare divergenze. (…)
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