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Traffico di droga dall'estero: arrestato Lucci, capo ultras del Milan

MILANO – Otto misure cautelari sono scattate, nell’ambito di un’indagine della procura di Milano, per altrettante persone conivolte in un ingente traffico di droga dal Marocco e dal Sudamerica: tre delle persone sottoposte ai provvedimenti restrittivi sono ultras appartenenti alla Curva Sud, cuore del tifo del Milan. Tre indagati sono finiti in carcere, quattro agli arresti domiciliari e uno sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria con divieto di dimora. 

In carcere anche Luca Lucci, che si fece la foto con Salvini

Tra gli ultras coinvolti c’è anche Luca Lucci, capo della Curva Sud milanista, finito in carcere. Lucci, coinvolto in molte inchieste negli ultimi anni e arrestato per droga in passato, è diventato noto perché si fece fotografare il 16 dicembre 2018 assieme all’allora vicepremier Matteo Salvini in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud. Inoltre, era stato condannato per aver sferrato un pugno, nel derby Milan-Inter del 15 febbraio 2009, al tifoso interista Virgilio Motta facendogli perdere un occhio. I tre ultras del Milan avrebbero comunque agito a titolo personale, senza il coinvolgimento dei gruppi di cui fanno parte. L’indagine è stata portata avanti dalla sezione Antidroga della Squadra mobile di Milano. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Milano su richiesta del sostituto procuratore Leonardo Lesti e coordinata dal procuratore aggiunto Laura Pedio. Sono in corso anche numerose perquisizioni in abitazioni riconducibili agli indagati nelle province di Milano, Bergamo, Lodi e Monza Brianza.

L’inchiesta sul traffico di droga

Dall’indagine risulta che i presunti trafficanti, tra cui Lucci, ricevevano hashish dalla Spagna e cocaina dal Sudamerica. Nel luglio del 2020 i giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale milanese, sulla base di tutti i precedenti penali, avevano stabilito che Lucci è “socialmente pericoloso” e deve rimanere fuori dai “comuni di Milano e Sesto San Giovanni” e “mantenersi ad almeno 3 chilometri di distanza” dagli stadi di tutta Italia. La sezione, presieduta da Fabio Roia, aveva anche disposto la confisca di beni a suo carico, che erano già stati sequestrati, per circa un milione di euro, oltre alla sorveglianza speciale per tre anni. Tra i beni confiscati anche il “ramo aziendale relativo all’attività di somministrazione di alimenti e bevande” del ‘Clan 1899‘, locale storico a Sesto San Giovanni (Milano) di ritrovo degli ultras della curva sud milanista. Un locale che, secondo i giudici Roia-Tallarida-Pontani, era anche “base operativa per riunioni” su traffici di droga, in cui sarebbe stato coinvolto lo stesso Lucci, capo ultrà di 40 anni. Lucci, hanno scritto i giudici, è “capo carismatico ed indiscusso della tifoseria ultras, riconosciuto ed investito come tale da un altro leader storico come Capelli“, detto il ‘Barone’ e che ha anche testimoniato nel procedimento della Sezione misure di prevenzione, chiamato dal difensore Jacopo Cappetta.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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