Celebre per la lentezza, hobby poco convenzionali, costò tanto al presidente Viola e faceva ammattire Liedholm e i compagni: vita e opere di uno degli stranieri cult degli anni 80
Lento era lento, di una lentezza esasperante. Un lumacone con la testa ciondolante, più che un calciatore un fermo immagine, di quelli che compaiono quando interrompiamo la visione di una serie tv e sullo schermo dell’ipad i pixel tirano il fiato. Lo tirava pure lui, il fiato. Dopo ogni scatto, lo tirava. Rewind: questa dello scatto è una bugia. Non scattava, no, nessuno ricorda di averlo mai visto accennare un’ipotesi di corsa. Il cambio di marcia – nel suo dna – non era di serie. In una ipotetica sfida sui cento metri lo si sarebbe visto fermo ai blocchi, lo sguardo assente e una domanda inespressa, come le nuvolette sopra la testa dei personaggi nei fumetti: che ci faccio io qui? Lo battezzarono Er Moviola. Il suo nome completo era Jorge Luis Andrade da Silva, meglio noto come Andrade.