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Un colpo alla tempia, l'arresto cardiaco…Quando Antognoni rischiò di morire in campo

Quarant’anni fa, il 22 novembre 1981, si giocava Fiorentina-Genoa: lo scontro di gioco, il cuore che si ferma, il Franchi ammutolito e quei trenta secondi di angoscia

Il suo cuore si ferma per un tempo lunghissimo. Trenta secondi se vogliono sanno essere eterni. Il polso non risponde. Giancarlo Antognoni è steso a terra, cianotico, ha gli occhi chiusi, le gambe larghe, la mano destra appoggiata sul petto, la lingua gli si è rovesciata in gola. È appena stato colpito alla tempia sinistra dal portiere Silvano Martina, uscito in maniera scomposta per agguantare il pallone. Lo stadio Franchi è cristallizzato, come in un brutto sortilegio. La Fiorentina sta vincendo 2-1 contro il Genoa. La partita è iniziata da cinquantacinque minuti. Tre minuti prima di seguire la traiettoria maledetta di quel lancio, Antognoni ha segnato il gol del vantaggio, su rigore, alla sua maniera, di potenza. È il 22 novembre 1981, la domenica in cui il ragazzo che giocava guardando le stelle è inciampato in una stella cattiva che gli sta soffiando via la vita.


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