Un succo di frutta, un provino miracoloso, uno strano soprannome, le difficoltà europee: parlano i primi allenatori in Africa del centrocampista. Che ci avevano visto lungo: “Potente, ma sempre a suo agio col pallone…”
Un flashback fa tornare agli esordi. “Una sera, dopo l’allenamento, lo sorpresi nella panetteria vicino a casa mia. Era addormentato, stanco morto. Dava tutto se stesso in ogni cosa”. Alain Djibrilla ripensa così ad André Zambo Anguissa. Erano i tempi del Coton Sport de Garoua, squadra camerunese in cui il centrocampista del Napoli cominciò a tirare calci al pallone sul serio.