ROMA – “Sacchi era un innovatore sotto tanto profili, aveva un idea di calcio nuovo, bisognava difendersi ma anche attaccare. Quel Milan voleva vincere attraverso il bel calcio e aveva grandissimi interpreti in campo che deliziavano il pubblico“. Così Ariedo Braida, attuale direttore generale della Cremonese, ai microfoni di Rai Radio 1. “Acquisto più importante? Sicuramente Van Basten che è stato un grandissimo campione e ha smesso troppo presto di giocare, praticamente a 28 anni. Avevo visto Van Basten giocare contro il Tottenham in un torneo estivo mi aveva colpito perche’ faceva solo cose essenziali. Il fine del calcio è il gol e lui colpì un palo fece un gol e un assist, anche se poi si estraniava un po’ dal gioco, ma il calcio alla fin fine è l’essenza. Pensai che fosse un giocatore fantastico e che potesse essere importante per noi… e così è stato. Cominciò a giocare nella seconda parte di stagione (nel 1988, n.d.r.) dopo un infortunio alla caviglia. E con i suoi gol e con lui sempre protagonista è iniziata una lunga cavalcata di successi“.
“I calciatori si sono evoluti, ora sono più propensi a capire”
Non solo sport per Ariedo Braida, grande appassionato di arte contemporanea a cui ha introdotto anche molti dei suoi calciatori: “Si sono evoluti, sono più propensi a comprendere e a capire. Molti sono curiosi e si interessano. A me è sempre piaciuta l’arte. È una passione che è nata quando ero ragazzo e avevo come allenatore mister Liedholm che mi ha trasmesso questo interesse. Non capivo niente ma sentivo attrazione per l’arte astratta e cercavo di capire la differenza con il figurativo. Ho cominciato ad andare a visitare musei e piano piano ho cercato di trasmettere questa passione anche ai giocatori e qualcuno poi ha anche acquistato delle opere. Chi era più interessato all’arte? Sicuramente Costacurta, ma anche Panucci e lo stesso Van Basten. Anzi, quest’ultimo conoscendo la mia passione una volta si presentò con una piccola opera di un artista olandese che io in quel momento non conoscevo e che ho imparato a conoscere. C’e’ sempre qualcosa da imparare e da scoprire e l’arte è bellissima perchè ti fa pensare. Dietro ad ogni opera c’è sempre uno studio, una storia e un vissuto che ti porta a conoscere e a scoprire. La conoscenza è importante per poter scrivere il futuro“.
“Il calcio è bello sempre, dal Milan alla Cremonese”
Dopo aver vinto tutto con Milan e Barcellona Braida si è rimesso in gioco con la Cremonese e la Serie B: “È una sfida con me stesso, perchè volevo confrontarmi anche con realtà che non conoscevo molto. Mi ci sono calato con l’entusiasmo e la voglia di farcela perchè il calcio è bello sempre: al Milan, al Barcellona e alla Cremonese. Qui ho trovato ragazzi che hanno entusiasmo e voglia di arrivare e spero di dare un aiuto con la mia esperienza per far si’ che questa società si risollevi. In questo momento abbiamo una classifica precaria, ma contiamo di salvarci per poi puntare a qualcosina in più“. La chiosa del Dg è sul suo allenatore preferito: “Non ne ho uno solo – spiega – anche se per certi aspetti potrebbe essere Ancelotti, per altri Capello e Sacchi e poi anche Allegri. E ho molto apprezzato anche le idee di Luis Enrique“.