“Il popolo ucraino è molto orgoglioso e combatte per la propria terra”. Roberto De Zerbi, tecnico dello Shakthtar Donetsk, ha ricevuto il Premio Bearzot, giunto alla 11ma edizione e promosso dall’Unione Sportiva delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (Acli) e patrocinato dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc). Il tecnico bresciano ha ricordato l’inizio del conflitto e le difficoltà vissute in prima persona. “Che idea mi sono fatto della guerra? Si capisce che da un momento all’altro può cambiare tutto, abbiamo fatto un allenamento tranquillo e poi il pomeriggio barricati in hotel. In 24 ore si è capovolto il mondo. Come si comunica con la squadra? In quei giorni si viveva con i brasiliani e c’era un rapporto molto stretto. Poi ci sentivamo tutti i giorni al telefono quando ognuno è tornato nel proprio Paese“, ha dichiarato.
“Potrei tornare in Italia”
De Zerbi guarda al futuro. “Aspetto di capire cosa sarà del campionato ucraino. Se riparte, quando e dove. Perché potrebbe essere trasferito in un altro Paese. E’ una situazione di attesa per capire cosa sarà, sia nella vita quotidiana che dal punto di vista lavorativo. Le stagioni riprenderanno a breve. Il momento più difficile? E’ stato lo stare a casa e vedere il Paese dove hai vissuto, non sapere quale sarà il futuro lavorativo, vedere una squadra forte sfasciata. Iniziavamo a vedere i primi frutti. Per colpa di altri si è tutto sfasciato e questo mi dà fastidio“. Inevitabile un riferimento al nostro campionato. “Le partite in Italia le ho guardate non subito dopo, ma quasi. Mi piacerebbe iniziare a capire cosa fare perché sono passati tre mesi, il desiderio è di tornare ad allenare. Anche in Italia? Si certo, è il mio Paese”, ha concluso De Zerbi.