Trentadue secondi. Tanto è bastato a Dusan Vlahovic per segnare all’esordio in Champions League a 22 anni e 25 giorni, il secondo più giovane a siglare un gol al debutto nella competizione con la maglia della Juventus dopo Alessandro Del Piero (20 anni e 308 giorni). “Del Piero è una leggenda, un’icona. Non mi permetto di paragonarmi con lui” ammette Vlahovic che al termine del match d’andata contro il Villarreal è soddisfatto a metà. Da una parte la gioia per il gol, dall’altra il rammarico per il pareggio: “È bellissimo segnare all’esordio, era emozionante giocare la prima partita in Champions League – ammette l’attaccante serbo – Tuttavia non sono contento al 100% perché non abbiamo vinto. Rimane il rammarico, ma guardiamo avanti a testa alta”.
“L’esultanza? Era rivolta a un mio familiare”
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Vlahovic ha subito conquistato la scena dell’Estadio de la Ceramica con il gol e la sua esultanza. “Parlate, parlate” il gesto mimato con la mano dal serbo che, tuttavia, chiarisce: “L’ho fatto anche prima, non so perché si vogliano fare polemiche. Era un gesto per un membro della mia famiglia. Io sto cercando di migliorare giorno dopo giorno mantenendo i piedi per terra”. Crescita che passa anche dai match come quello contro il Villarreal: “Dobbiamo trovare più continuità ma penso che abbiamo fatto una buona partita – conclude Vlahovic – C’è rammarico, ma guardiamo avanti perché ci aspetta un’altra partita che puntiamo a vincere a prescindere dall’avversario”.
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