Il 12 marzo 1967 contro l’Inter il gol più bello: una parabola beffarda, sfuggendo a Facchetti. La consacrazione dell’anticonformista che rivoluzionò il calcio
Imprendibile quel giorno di marzo Gigi Meroni di luce vestito. Lo sappiamo: ogni giocatore ha un gol che lo svela. Come un’epifania, come una rivelazione. Rivera, l’eleganza del gesto nel 4-3 alla Germania. Totti, mo’ je faccio er cucchiaio. Ronaldo il Fenomeno: quella serpentina col Compostela, quando giocava con il Barcellona e sembrava sceso dalla luna. Maradona – ma proprio perché è Maradona – ne ha due e tutti e due contro l’Inghilterra, in quel pomeriggio di sole in Messico. Sì, prima fu la Mano de Dios. E sì, dopo fu il piede di Diego. Meroni il gol che riassume tutta una vita lo segna il 12 marzo del 1967, stadio San Siro in Milano, la partita è Inter-Torino 1-2. Nella domenica della gloria, a Meroni restano da vivere sette mesi e una manciata di giorni. Poi sarà leggenda.