Il tecnico si racconta: “Il difficile del mio lavoro è far sentire la squadra più forte di quello che è, per questo nello spogliatoio abbiamo un cartello con scritto ‘Si può fare’. A Roma passai da inadeguato, ma conta il giudizio di chi mi conosce”
22 gennaio
– Empoli
Al momento dei saluti, dopo un’interessantissima chiacchierata di due ore, rileggiamo ad Aurelio Andreazzoli una sua vecchia frase: “Nel calcio certe volte si viene ricordati più per le stupidaggini che per le cose serie”. La risposta alla conseguente curiosità – ossia per cosa vorrebbe essere ricordato lui – è il meraviglioso compendio della passione e della mentalità di quest’uomo gentile, disponibile e preparato: “Vorrei essere ricordato per aver regalato qualche emozione e per aver lasciato una traccia. Io posso anche salvare l’Empoli, ma che lavoro ho fatto se non ho trasmesso emozioni ai tifosi e agli stessi giocatori?”.