BERGAMO – La stagione dell’Atalanta rischia di chiudersi senza qualificazioni alle coppe europee. L’annata della Dea non sta seguendo il ritmo degli ultimi anni in campionato e in Europa si è arrestata con il Lipsia. Una situazione complessa dalla quale vuole uscire in primis il tencico Gian Piero Gasperini: “L’Europa ci ha fatto diventare più bravi, quest’anno lo siamo stati meno. Speriamo di tornare a esserlo nelle ultime sei partite”. Questo il comomento sul mommento no dell’Atalanta, ma Gasperini è sicuro del percorso fatto in nerazzurro e difende il suo operato: “In sei anni è cambiato il calcio insieme all’Atalanta. Era una squadra di marpioni fondata sull’esperienza e sul ‘mai il passo più lungo della gamba’, poi dalla famosa gara col Napoli imposi i giovani del vivaio, corazzieri come Caldara, Gagliardini, Conti, poi Melegoni, Bastoni e Scalvini adesso. Travolgevamo gli avversari nei primi venti minuti. Poi siamo cambiati diventando una squadra internazionale. Non abbiamo vinto niente? Tutti i record battuti sono vittorie.Qui c’è grande attaccamento, alcuni giocatori non lo conoscono dopo due anni di pandemia”.
Atalanta, parla Gasperini
“Sono rimasto male quando in estate ho sentito un tifoso dire che invidiava quelli del Verona perché hanno lo scudetto in bacheca. Detto questo, lavoreremo per vincerlo…”, ha poi sorriso l’allenatore nerazzurro a mò di battuta, durante una conversazione con Luigi Garlando sul libro “L’album dei sogni” presso lo spazio eventi “Daste” di Bergamo. “Sono legato alla mia figurina singola in A col Pescara – conclude Gasperini – dopo anni di doppie in B. Da bambino scambiandocele eravamo un po’ come i direttori sportivi. I giovani di adesso hanno in tasca il telefonino e hanno più conoscenze, io nei miei vent’anni discutevo i contratti senza procuratore. Forse c’era più personalità, ci si formava di più”.