TORINO – Nome e cognome non andrebbero ovviamente scritti con la virgola, che qui serve per prendere una pausa e consentire alla memoria di operare un balzo e tornare agli Anni 80: Walter, Junior, Casagrande. E’ il 1987, quando il brasiliano di 191 centimetri, già protagonista nella Nazionale brasiliana (19 gare e 8 gol, con tre presenze al Mondiale di Messico ‘86) e fresco campione d’Europa con il Porto di Madjer sceglie la provincia italiana per intraprendere la carriera in Serie A, al tempo, e senza confronti il campionato più importante al mondo. Era consuetudine, in quel periodo d’oro per l’Italia del pallone, che anche le stelle più luminose del calcio internazionale andassero a rinforzare le fila di club anche non di primissimo piano: tra i molti, da ricordare Zico, all’Udinese tra il 1983 e il 1985. La scelta di Casagrande cade invece sull’Ascoli del presidente Costantino Rozzi, “Il presidentissimo” che rende grande il club marchigiano e che nell’immaginario popolare è ricordato per i cal- zini rossi regolarmente indossati per scaramanzia. Casagrande rimane ad Ascoli quattro stagioni, e nell’ultima in B, dopo tre campionati nella massima serie, realizza 22 gol che gli valgono la chiamata da parte del Torino. Là dove approda nel 1991 per giocare in coppia con Giorgio Bresciani godendo degli assist di uno straordinario Gigi Lentini (alle spalle dei due scalpita un certo Christian Vieri).
E’ un Toro che ha Marchegiani in porta, Annoni, Benedetti, Bruno, Cravero, Mussi e Policano in difesa, Fusi, Scifo, Martin Vazquez e Venturin a centrocampo, soltanto per elencare i profili più luminosi di una squadra nella quale gioca anche Sottil, attuale tecnico dell’Udinese sorpresa del campionato. Quella 1991-92 è ricordata da ogni tifoso granata per essere l’annata della cavalcata in Coppa Uefa, terminata con i legni di Amsterdam che precludono al Toro la possibilità di alzare la coppa. Casagrande in quella volata segna all’Aek Atene in trasferta, ai danesi del B1903 sempre fuori casa, quindi a Madrid contro il Real in semifinale per poi, nella finale d’andata contro l’Ajax, piazzare le due zampate nel 2-2 al Delle Alpi. Tra le due sfide contro i blancos di Spagna il Toro si trova a disputare il derby: dopo l’1-0 per i bianconeri firmato da Casiraghi, nel girone di ritorno i granata si sbarazzano per 2-0 della Juve. I marcatori? Uno solo: Walter, Junior, Casagrande. Il brasiliano che non ha dimenticato il Toro, e che dal Brasile in una chat di amici, ovviamente granata, ha postato una foto che lo ritrae sorridente, a braccia larga come il Cristo Rey, e con indosso una maglia specialissima. Quella indossata quel 5 aprile, quando grazie alla sua doppietta realizzata al 21’ e al 28’ della ripresa il Torino affossa la Juve.
Torino, il post sui social di Casagrande
«Mi sono svegliato con una grande energia fisica, mentale e spirituale. E tante altre persone, qui al parco Ibirapuera (di San Paolo, ndr) sono nella mia stessa condizione. Baci a tutti». Così inizia il post di Casagrande, uomo che ha recentemente raccontato la sua esperienza di vita attraversata da protagonista della Democrazia Corinthiana, da atleta di assoluto livello, e da essere umano che si è guardato le ombre – che lo hanno attraversato prima di essere accompagnate fuori da mente e spirito – anche attraverso l’uso di stupefacenti nel recente “Casagrande: all’inferno e ritorno”. Il seguito, del post, è un abbraccio al mondo granata: «Nel fine settimana si giocherà un derby molto sentito, in Italia, quello tra il Toro e la Juve. La maglia che indosso è quella da me indossata nella vittoria per 2-0 del 1991-92». Segue, quale chiosa, un «Forza Toro!» che vuole arrivare ai giocatori come ai tifosi che sabato saranno all’Olimpico Grande Torino. Prima di tornare in Brasile, per continuare la carriera nel Flamengo prima e nel Corinthians poi, Casagrande nel 1992-93 con indosso la “camiseta” granata vince la Coppa Italia. Giocando in coppia – detto che in quel Toro c’erano anche Pennellone Silenzi e Paolino Poggi – con Carlos Aguilera. Uno, Casagrande, alto e grosso e bravissimo a giocare di sponda, l’altro, Pato Aguilera, piccolo e guizzante e furbissimo nell’infilarsi negli spazi aperti dal brasiliano. Ebbene la felice parentesi granata di Walter, Junior, Casagrande si chiude con la vittoria della Coppa Italia, in finale contro la Roma (l’attaccante segna al ritorno dei quarti di finale, nel successo interno per 3-2 sulla Lazio).
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