Il giorno dopo l’eliminazione dall’Europa League è rimbalzata sui social una vecchia dichiarazione in cui il d.s. della Lazio la definiva “la competizione dei perdenti”. Adesso precisa: “Voglio che la squadra la onori fino in fondo”
Una precisazione, perché a volte è doverosa. Il direttore sportivo della Lazio torna a esprimersi sulla Conference League. Lo ha fatto qualche settimana fa, durante una lezione alla Luiss, e, rispondendo a una domanda provocatoria di un tifoso della Roma, l’ha definita “la competizione dei perdenti”. Estrapolata così una frase equivocabile, che può quasi sembrare una frecciata ai giallorossi che, nella passata stagione, l’hanno vinta. In realtà l’intento (percepito dai presenti alla lezione) era quello di spiegare che si tratta di una competizione che non è paragonabile alla Champions League a livello di introiti. Un club deve avere l’ambizione di arrivare a disputare stabilmente la massima competizione europea per crescere economicamente e, di conseguenza, strutturalmente. La crescita, con i premi che assicura la Conference, non può che essere limitata. Questo il senso del discorso.