TORINO – Chissà se in questi giorni Danilo Iervolino farà una telefonata a Walter Sabatini (o anche solo un messaggio, va…) per ringraziarlo delle ottime plusvalenze che sta realizzando in queste ore. Prima fra tutte quella per Éderson José dos Santos Lourenço da Silva, per tutti semplicemente Ederson. Pagato sei milioni a gennaio, ora la Salernitana lo rivende al doppio e si ritrova nel pacchetto anche Matteo Lovato, uno dei giovani difensori italiani accreditati di maggiore prospettiva. Fu proprio Sabatini, durante l’epocale rivoluzione di mercato portata avanti da metà gennaio, a individuare il centrocampista di Campo Grande e a battezzarlo subito come futuro crack. Un blitz a Fortaleza (dove era in prestito), una trattava con il Corinthians proprietario del cartellino (nemmeno tutto: il 70 per cento, si sa come vanno queste cose in Brasile…) e alla fine lo hanno portato a Salerno per sei milioni. Soldi ben spesi, perché il ragazzo sembrava fosse nato con la maglia amaranto addosso: si è preso subito le chiavi del centrocampo e ha cominciato a comandare. Di lotta, con una impressionante capacità di pressing sugli avversari, e di governo, con una delle maggiori percentuali di passaggi riusciti di tutto il campionato. E’ (anche) su di lui che la Salernitana è riuscita a costruire la storica impresa della salvezza.
LA DEA COLPISCE Impossibile che non ci si accorgesse di Ederson e, infatti, subito dopo la fine del campionato sono iniziate le telefonate, i sondaggi, i corteggiamenti. L’Affondo l’ha piazzato l’Atalanta del nuovo ds D’Amico e questa mossa conferma com il club bergamasco abbia l’intenzione di seguire la filosofia di Gasperini per affidargli la ricostruzione. Perché Ederson è il centrocampista ideale per il gioco del tecnico bergamasco: un “motore” che fa spavento e la velocità precisa nello scarico del pallone. Ah, ma non è finita, perché la Salernitana potrebbe cedere anche Lassana Coulibaly: sì, proprio il giocatore per la cui commissione litigarono fino alla rottura Iervolino e Sabatini. Difficile che possano fare pace e forse non gli interessa nemmeno, ma il tempo chiarisce sempre da che parte stanno i meriti.