EMPOLI – In sostanza, alla Roma sono bastati 13′ per avere ragione dell’Empoli: “Più che di un brutto primo tempo – conferma a Dazn il tecnico azzurro Aurelio Andreazzoli – parlerei solo di quei 13 minuti. Avevamo in campo una squadra molto rimaneggiata, anche se la partita è stata equilibrata fino a quel momento. Quel quarto d’ora ci ha portato via l’autostima, ma negli spogliatoi ci eravamo detti di rientrare in campo per vincere il secondo tempo e secondo me lo abbiamo stravinto: con un po’ di concretezza in più potevamo fare 4-0 anche noi. Ma ho comunque ringraziato i ragazzi per quello che hanno mostrato in campo, nonostante le difficoltà i numeri mostrano un nostro predominio. Ma per un predominio efficace ci vogliono i gol. Le tante reti subite? Difficile capire cosa sta succedendo. Il primo gol di Abraham è nato da un tiro sporco, mentre da angolo si può prendere gol da chiunque: questi episodi sono più frutto di disgrazia che di problemi. Abbiamo sbagliato l’impostazione di gioco nell’azione del terzo gol, ma può accadere. La cosa importante era riuscire a rispondere a quel momento complicato: siamo stati seri, abbiamo mantenuto la nostra identità. La sconfitta è comunque un’opportunità di crescita: si può capire che un piatto può essere meglio di un tacco“.
“Nella ripresa abbiamo schiacciato la Roma”
Nella ripresa, invece, si è visto tutto un altro Empoli: “Ho sentito parlare spesso di atteggiamento diverso in casa rispetto alle trasferte – sottolinea Andreazzoli – ma noi queste differenze non le facciamo. L’esempio della coperta è calzante: quando è corta, una parte resta sempre scoperta. Nel secondo tempo siamo riusciti a tenere dentro la sua metà campo una squadra fortissima come la Roma, quindi non si può rimproverare nulla alla squadra. Ricci? Ha ancora possibilità di crescere: in certe occasioni deve darsi una svegliata e fare di più. Ha doti tecniche, fisiche e morali importanti, ma non dimentichiamo che parliamo di un ragazzo giovane alla prima esperienza in Serie A in un ruolo delicato. In ogni caso, visto che se ne parla spesso vuol dire che è già a buon punto“.