Grande è stato lo spettacolo ieri sera a Bergamo, anche se è finito senza gol il confronto fra il primo e il secondo attacco del campionato. Il tweet del Napoli in calce al pareggio non è stato soltanto l’apprezzabile attestazione di sportività di una delle pretendenti al titolo, ma la dimostrazione che quando si gioca a questo livello si riscuotono solo applausi. Gasperini ha fronteggiato l’emergenza con la sagacia tattica che lo contraddistingue. Sapeva che davanti ai suoi si sarebbe parata la capolista con otto vittorie consecutive in campionato e la Supercoppa conquistata soltanto quattro giorni prima all’ultimo respiro, dopo 120’. E sapeva che soltanto cambiando modulo, passando a quattro con Djimsiti terzino destro, avrebbe avuto maggiori chances di contrastare i campioni d’Italia pur non disponendo di Gosens, Hateboer, Ilicic, Maehle, Malinovskyi, Toloi, Zapata con il neoacquisto Boga impegnato in Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio. Dal canto suo, l’Inter ha confermato tutto ciò che di brillante Simone Inzaghi è riuscito a fare sinora, rendendo ancora più competitiva la squadra che ha vinto l’ultimo scudetto e riuscendo a dosare gli sforzi dell’organico a sua disposizione, dopo la fatica sostenuta contro la Juve. Il fatto che Handanovic e Musso siano risultati fra i migliori in campo la dice lungo sullo spirito con il quale le due squadre si sono affrontate, a viso aperto, non rinunciando mai ad affondare i colpi alla ricerca del successo finale. Si dice spesso che soltanto le partite con molti gol siano lo spot migliore per il nostro calcio, ma Atalanta-Inter ha dimostrato lo siano anche i confronti giocati a questo livello, caratterizzati dal rispetto e dalla correttezza dei protagonisti. E sebbene l’Inter oggi rischi il sorpasso del Milan, Spezia permettendo, ma deve recuperare la partita con il Bologna, contro la Dea ha confermato di essere la favorita nella rincorsa al titolo, per la qualità del suo gioco e dei suoi interpreti, per la panchina lunga che consente al tecnico di avere a disposizione alternative sempre all’altezza. Allo stesso modo, l’Atalanta che Gasperini ha reinventato, si è guadagnata sul campo la conferma di grande squadra, tetragona a ogni avversità. Ne è un simbolo Pezzella e non soltanto per il prodigioso salvataggio che ha evitato il gol interista: in questi suoi primi mesi bergamschi, alla scuola di Gasperini la crescita dell’ex giocatore del Parma è stata esponenziale così come Koopmeiners sembra giocare in nerazzurro non in questa prima stagione in A, ma da molto più tempo. Per non dire del crescendo di rendimento di Demiral che ha già fatto dimenticare quanto fosse stato importante Romero al centro della difesa. Gasperini e Inzaghi condividono il merito di avere dato un’identità chiara e precisa alle rispettive squadre, al di là del valore assoluto dei giocatori a loro disposizione. L’uno e l’altro onorano il nostro calcio.
in Serie A
Gasperini-Inzaghi, grande show anche senza gol
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