GENOVA – Prima volta domani al Picco della Spezia della seconda vita blucerchiata di Marco Giampaolo, tornato alla Samp dopo il triennio dal 2016 al 2019. “Alla Sampdoria pensavo fosse un percorso finito – ha detto oggi il tecnico -. Avevamo dato il massimo ma quel triennio mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Ho avuto la fortuna di allenare tanti calciatori forti che si sono distribuiti in quel triennio ma non li ho mai avuti tutti insieme. Per necessità li ho dovuti cedere. Ho quel rimpianto lì: se avessimo avuto la forza di costruire meglio sul lavoro fatto… Mi ricordo cosa dissi: prendetemi quel calciatore lì, perché lotteremo per il quarto posto. Questo in maniera riservata. Io credevo in quella squadra nel mio terzo anno alla Samp – ha proseguito -. Se ci fossimo portati dietro tutti i calciatori che avevamo saremmo l’Atalanta di oggi”. Le prime sensazioni “sono bellissime perché sono tornato in un ambiente familiare, per la Sampdoria è casa”, prosegue Giampaolo, “Il focus deve essere sui prossimi quattro mesi con dedizione assoluta e spirito di squadra. Non ci devono essere interessi individuali: io sono il primo a non averne: mi sono rimesso in gioco perché credo in questa sfida e nell’obiettivo che dobbiamo raggiungere. Lo Spezia sta bene, ha vinto a Napoli, a Milano, anche qui a Genova. Stanno attraversando un ottimo momento dal punto di vista psicofisico quindi la gara sarà dura, difficile ma noi dovremo andare a La Spezia a fare la nostra partita, senza paura o eventuali rimpianti. Dovremo dare tutto noi stessi: non esistono partite facili o difficili, non c’è nulla di scontato o impossibile. Dovremo giocare ogni partita come se fosse la più importante, resettare e ripartire, così fino al termine del campionato”.
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