Negli ultimi cento anni, tutti gli Agnelli hanno contribuito alla creazione della juventinità, intesa come filosofia di vita sportiva e tifosa. Il peso specifico di Gianni Agnelli, quindi, non può essere considerato superiore agli altri, ma è indubbio che la sua impronta sul DNA del club resta una delle più visibili per il modo in cui l’ha impressa e le circostanze mediatiche che ne hanno accompagnato la vita. Questione di carattere e cifra comunicativa, di tempi e tempismo, fors’anche di un pizzico di vanità, fatto sta che l’Avvocato ha dato alla Juventus una parte del suo carattere e, soprattutto, ha stabilito un modello per amarla che, ancora oggi, è un punto di riferimento per molti tifosi, nonostante il tifoso Gianni Agnelli resti indecifrabile. O magari proprio perché lo è, indecifrabile.
Agnelli stregato dall’ungherese Hirzer
Gianni Agnelli si è innamorato della Juventus a 5 anni, grazie a Hirzer, fenomenale giocatore ungherese della Juventus del secondo scudetto, datato 1925. Il piccolo Gianni rimane stregato dalla velocità dell’ala che si stava allenando al campo di Corso Marsiglia, dove l’aveva portato il papà Edoardo. E questa, in fondo, è un’epifania del tutto simile a milioni di altri tifosi (juventini e non), che hanno iniziato il loro percorso di appassionati di una squadra grazie a un colpo di fulmine per un campione, non necessariamente il più forte della squadra, ma con un dettaglio magico in grado di colpire la fantasia. Ma l’Avvocato non sarà mai come un qualsiasi altro tifoso. Ed è proprio questa doppia natura a renderlo indecifrabile e affascinante.
Agnelli e i tifosi della Juventus
Il tifoso della Juventus percepisce il riverbero degli stessi sentimenti generati dalla squadra: dal dispiacere per una sconfitta alla gioia incontenibile per una vittoria, dalla stizza per un colpo sbagliato all’euforica eccitazione che induce una giocata geniale. Da una parte, insomma, Gianni Agnelli è chiaramente uno di loro, ma nello stesso tempo Gianni Agnelli è la persona più lontana da loro, per fatti ineluttabilmente concreti ma anche per la percezione che si ha di lui, mediata dalla narrazione epica di ogni sua azione. Agnelli per un lungo periodo è il più grande industriale italiano e l’italiano più famoso del mondo, ma anche quando è ospite alla casa bianca cerca un telefono per sapere cosa ha fatto la Juve, come un operaio in giro con la moglie, ma con la radiolina all’orecchio.
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