Negli stadi c’è ancora chi insulta le memoria di chi non c’è più, di chi se n’è andato proprio in uno stadio. Come nel caso dell’Heysel (ma succede anche con Superga, con Astori e il triste elenco potrebbe continuare). È l’imbecillità contagiosa di tempi in cui si ragiona poco e si grida troppo (nella realtà o sui social cambia poco). E contro l’imbecillità c’è un solo vaccino efficace: la memoria. Ricordare, esercitare quella parte del nostro cervello che serve a immagazzinare informazioni utili, per esempio, a non commettere gli stessi errori del passato, ma anche per evitare che al dolore delle tragedie si aggiunga l’infamia dell’ignoranza. Ecco perché è importante celebrare il 29 maggio, con tutte le iniziative dei tifosi juventini, atomizzate in tutta Italia, ma legate dall’energia emotiva di un popolo con tanta dignità, da opporre agli indegni.
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