Brera gli coniò quel soprannome dannunziano che gli calzava a pennello: figlio dell’Italia del dopoguerra, capitano dell’Inter prima che divenisse Grande, specialista in promozioni. A suo modo, un big del nostro calcio
Si portava addosso un nome pesantissimo con leggerezza e un pizzico di vanità. Gianni Brera gli aveva appiccicato il nomignolo “Maciste”, proprio come l’eroe forzuto immaginato da Gabriele D’Annunzio sulla scorta dei miti greci, e lui ne era fiero, perché avere un soprannome significava essere qualcuno, distinguersi dalla massa.