TORINO – L’ultima caso è stato Manuel Locatelli, con la sua «lesione di primo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro» rimediata domenica sera durante la sfida contro l’Inter a seguito dello scontro di gioco con Danilo D’Ambrosio. Ne avrà, come ormai risaputo e ufficialmente comunicato, per quattro settimane. Ultimo caso, si intende, di una lunghissima – e insolita – serie di infortuni di origine traumatica che hanno condizionato gravemente la stagione di alcuni giocatori bianconeri nonché giocoforza della Juventus tutta. Parlare di sfortuna, oltre che di infortuni, è inevitabile giacché questo tipo di guai fisici è imprevedibile e indipendente da fattori ponderabili legati alla preparazione, alla gestione di altri acciacchi. No, l’infortunio traumatico dipende da una botta, da uno scontro di gioco, da un movimento sbagliato. E se dunque la Juventus – una volta terminata la stagione – come tutti i club dovrà interrogarsi sul numero degli infortuni muscolari e chiedersi se si tratti di dati in linea con la media e se sia il caso di intervenire in qualche modo nella preparazione e nelle tabelle individuali, beh, per ciò che riguarda gli infortuni traumatici non potrà fare altro che… imprecare. Magari chiedendosi come sarebbe andata la stagione se mano a mano non avessero dovuto alzare bandiera B – per lungo tempo – alcuni dei giocatori più importanti e insostituibili del gruppo. […]
Juve, un cammino condizionato da infortuni e sfortuna
[…] Insomma, considerando che ci sono stati picchi di anche 9 indisponibili a partita, è facile capire fino a che punto il cammino bianconero sia stato condizionato da sfortune più ancora che infortuni. Allegri dixit: «Nell’arco di una stagione ci sono sempre delle problematiche muscolari, il problema è che tanti degli infortuni sono traumatici».
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