Cinque reti su sei siglate da stranieri e dalle loro storie atipiche. Nyers amava i tavoli verdi dove si giocava d’azzardo, le belle donne e la vita notturna. Soerensen “beveva parecchio”. Una gara rocambolesca per i diecimila spettatori sugli spalti
Una partita di calcio è come una specie di isola del tesoro. Vi si nascondono storie preziose, personaggi incredibili e talvolta grotteschi, che starebbero benissimo dentro un romanzo, e poi dettagli che, portati alla luce, diventano tessere fondamentali per formare il puzzle, un po’ come le miniature medievali che abbelliscono le chiese. Persino nella sfida più insignificante, nello 0-0 più squallido e noioso che si possa ricordare, senza neanche un tiro in porta, vivono avventure che, alimentate dalla memoria, riaffiorano a pelo d’acqua e si mostrano in tutta la loro meraviglia. Nelle partite di pallone, che per molti versi sono duelli medievali, c’è un universo di emozioni e di passioni, dal comico al tragico, che tiene gli spettatori con gli occhi fissi sulla scena, e spesso con la bocca spalancata per lo stupore. Prendiamo Atalanta-Inter del 10 dicembre 1950. L’Inter si presenta a Bergamo da prima della classe, l’Atalanta è a metà classifica. La partita è combattuta, esaltante. I diecimila spettatori si divertono e applaudono.