I nerazzurri hanno costruito il loro vantaggio con un blocco di giocatori ben definito, ma in Europa non basta. Cambi e varietà in attacco i punti ancora deboli
Certe partite servono a misurarsi, a capire – metro alla mano – quanta distanza separa dai migliori. Possono illudere o ingannare, ma lasciano indizi che se sommati e usati bene restituiscono un valore reale di se stessi e non c’è niente di meglio della verità per pensare al futuro, quando lo si voglia migliore. La partita con il Liverpool (e già prima la copia sfida al Real nel girone) e l’andazzo degli scontri con le migliori della Serie A raccontano come l’Inter sia una squadra sana ma non profonda. Ha costruito il suo vantaggio nell’immaginario (impressione di distanza dalle altre, più che un distacco stesso, che in classifica non c’è) con la forza dei titolari, quasi sempre presenti.