TORINO – Il derby d’Italia è dell’Inter e chi vuole parlare di un successo di corto muso, faccia pure. Non avrà torto. La Juventus prende possesso pieno della partita, dominandola per lunghi tratti, ma i nerazzurri dimostrano di saper soffrire e agguantano tre punti che li rilanciano pesantemente in chiave scudetto, a -3 dal Milan in classifica e a parità di gare giocate (30). I bianconeri pagano una notte di rara sfortuna fra traverse, pali, rigori contro sbagliati e poi ripetuti, rigori a favore molto sospetti e non fischiati, smarrendo l’imbattibilità in campionato dopo 4 mesi ed escono sconfitti allo Stadium contro l’Inter dopo 10 anni. E’ il segno che non conviene coltivare ambizioni tricolori, da un lato, con la Roma che s’affaccia al quinto posto a -5; è il segno che forse la ruota è girata, dall’altro. Ma il derby d’Italia si concentra attorno a un episodio chiave, che conviene raccontare per bene.
Doppio rigore
Il giallo, contenuto nell’ampio finale del primo tempo, infiamma gli animi già bollenti. Morata nella propria area di rigore commette un intervento imprudente su Dumfries e con Alex Sandro in soccorso del compagno, l’arbitro Irrati viene richiamato al monitor dal Var Mazzoleni e così ribalta la decisione. Calhanoglu si fa parare il rigore dall’esperto Szczesny e sulla mischia successiva è ancora Irrati a fischiare un fallo del turco sul portiere bianconero. Finisce qui? Macché. Altro “squillo” nell’auricolare di Mazzoleni e altra decisione cambiata, perché De Ligt era entrato in area prima di tutti gli altri e allora il penalty si ripete: è il 50’ e stavolta Calhanoglu spiazza Szczesny. A margine, ma non troppo, lo “strip” di Allegri che si toglie il cappotto urlando le sue rimostranze.
Non è serata per la Juve
Il tecnico bianconero se la gioca con tutti gli attaccanti in campo più Cuadrado, per una formazione indovinata dai media per dieci undicesimi, a parte Rabiot preferito a Zakaria. Lo svizzero entrerà dopo mezz’ora abbondante al posto di Locatelli, vittima di un calcio in testa da parte di Lautaro Martinez, che poco dopo rischia il secondo giallo per un’entrata teoricamente non consentita su Chiellini, ma se la cava. Il turbante sul capo dell’ex Sassuolo dura poco e il bianconero esce pure in lacrime per colpa di una vista problematica e di un problema alla gamba destra. La Juventus svolge compatta le due fasi, con gli attaccanti pienamente coinvolti (come aveva detto Pavel Nedved nel pregara: «Se tutti si aiutano nel difendere, poi la squadra diventa forte nell’attaccare»), Dybala che prova a impegnarsi nella pressione alta su Brozovic, Vlahovic che fa tanto movimento e sportella volentieri, nel contesto di una partita in cui la Juve piace tantissimo per impatto fisico e intensità agonistica. L’Inter lascia sfogare l’avversario, però fatica a ripartire: così si dedica a una partita di sacrificio e quantità. Nel primo tempo, ricco di scontri al limite e con sei ammoniti sul taccuino di Irrati, non si contano le occasioni per i bianconeri (14-3 il bilancio all’intervallo), dalla traversa rocambolesca di Chiellini con il ginocchio ai tentativi di Dybala, Cuadrado, Morata. In coda, ecco il giallo del rigore ripetuto e segnato da Calhanoglu.
Cambi e sfortuna
Il secondo tempo ricomincia con un altro giallo, quando Bastoni commette fallo su Zakaria – sentenzia il Var – fuori dall’area interista. Ma rimangono forti dubbi. Inzaghi cambia: dentro Darmian e Correa, fuori Dumfries e Lautaro. Perisic, nel frattempo, aveva salvato praticamente un gol fatto in seguito a una combinazione Zakaria-Vlahovic-Dybala. Il serbo, come tutta la Juve nel collezionare occasioni non sfruttate, non ha fortuna: servito da un buon Rabiot, si libera di Skriniar ma apre troppo il destro per colpa della pressione di Brozovic. I bianconeri trovano meno spazi nella ripresa, i nerazzurri resistono, mentre Allegri sostituisce Morata con Kean e Alex Sandro con De Sciglio. E’ sventura Juve, anche quando Zakaria prende il palo su conclusione deviata da Handanovic. Vidal e Gagliardini nell’ultimo quarto d’ora vanno a fare massa, Correa manca il 2-0, quindi Bernardeschi e Arthur rilevano Cuadrado e Rabiot senza esaltare nessuno. Non cambia più nulla, se la ride l’Inter. E la Juve ricomincerà a lottare per un posto Champions sabato sera a Cagliari, con un Morata (squalificato) in meno.
Juve-Inter, tabellino e statistiche